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Premessa di Aldo Nove
Introduzione di Riccardo Reim
Traduzione di Luisa Collodi
Edizione integrale

Libro “scandaloso” contro il quale si scagliò quella società del Secondo Impero avviata alla guerra che Zola ritrae impietosamente, il romanzo inizia con l’evocazione del fantasma di Bismarck e si chiude col triplice grido «A Berlino!» che sale dal boulevard sotto il Grand Hotel dove è morta Nanà, orrendamente sfigurata dal vaiolo. Pubblicato a puntate sul settimanale «Le Voltaire» tra il 1879 e il 1880, e poi edito subito in volume, Nanà rimane forse il romanzo più noto di Zola: la “biografia” di un personaggio che subito rappresentò, per innumerevoli lettori, il mito del sesso inestricabilmente legato alla distruzione e alla morte. Il libro, che contiene pagine tra le più alte e riuscite del grande narratore francese, dimostra la capacità di Zola di eccellere nella creazione di gruppi umani e sociali, con uno sguardo acutissimo e moderno.

«Nessuno conosceva Nanà. Da dove diavolo veniva? E circolavano aneddoti, da un orecchio all’altro venivano sussurrate battute. Era una carezza, quel nome, un piccolo nome familiare che si addiceva a tutte le bocche. […] Tutti bruciavano di una febbre di curiosità, la curiosità di Parigi che ha la violenza di un accesso di pazzia furiosa.»


Émile Zola
(1840-1902) è uno dei massimi scrittori europei dell’Ottocento. Assertore e innovatore del naturalismo i cui limiti e schemi seppe ampiamente superare, offrì una rappresentazione veritiera, potente e impietosa dei problemi sociali del suo tempo. La Newton Compton ha pubblicato La bestia umana e, nella collana GTE, Al Paradiso delle Signore, Germinal, Nanà e Thérèse Raquin

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