Massime di saggezza

Massime di saggezza

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A cura di Paolo Santangelo

Da più di due millenni la dottrina di Confucio rappresenta un modello e un’ispirazione per milioni, miliardi di donne e uomini.

Mentre in India predicavano Buddha e Mahavira e in Iran Zarathustra, mentre a Gerusalemme fioriva il profetismo ebraico e in Grecia operavano i primi grandi filosofi, Confucio diffondeva la sua concezione morale − in cui si fondono un ideale di armonia interiore ed esteriore e la volontà di un costante impegno sociale. E per i suoi insegnamenti sceglieva un linguaggio semplice, diretto e concreto, la forma di brevi battute, lo humor di un epigramma, l’allusività di un apologo, perché un sistema organico e una teoria articolata avrebbero impoverito e travisato l’infinita ricchezza della verità. Un messaggio in grado di generare una profonda eco nel cuore del lettore ancora ai giorni nostri.



Confucio

visse tra il 551 e il 479 a.C. Costretto nel 496 a lasciare il proprio paese, il principato di Lu, perché in contrasto con i governanti, iniziò a peregrinare alla ricerca di un signore che fosse disposto ad accettare le sue teorie; ma nel 483 ritornò nel suo paese natale, per dedicarsi all’insegnamento. Soltanto nei secoli successivi la sua opera avrebbe rivelato al mondo il suo pensiero.

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