Italia criminale

Italia criminale

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Dall'autore del bestseller Roma criminale

Dalla banda della Magliana a Felice Maniero e la mala del Brenta

Li chiamano “duristi”, “bravi ragazzi” o, più semplicemente, rapinatori.
Con le armi in pugno hanno sfidato le forze dell’ordine ma anche le logiche mafiose di controllo e sfruttamento del territorio. Qualcuno è rimasto un cane sciolto, altri si sono associati in batterie o in vere e proprie bande: quando sono scesi a patti con poteri ambigui hanno lasciato impronte sporche di sangue sui luoghi delle stragi. Testimonianza di un Paese ribelle e disperato, Italia criminale è un’indagine sui grandi nomi del banditismo contemporaneo. Da Salvatore Giuliano a Renato Vallanzasca, dalla banda della Magliana a Felice Maniero, “Faccia d’angelo”, sessant’anni di cronaca nera raccontati dai protagonisti della malavita “indipendente” in un contesto in cui il delitto si intreccia con i misteri di Stato: Danilo Abbruciati e l’omicidio Pecorelli, Francis Turatello e il memoriale di Aldo Moro, la gang dei Marsigliesi e Gladio. Tra “rapine del secolo” ed evasioni clamorose, sequestri di persona e omicidi, spaccio di droga e attentati, vicende come quelle del “solista del mitra” o del “rapinatore gentile” compongono un libro sulle passioni e sui destini di un pugno di uomini in costante lotta con la legge, scritto come un romanzo dove ogni riferimento a cose o a persone non è puramente casuale ma fa parte di una storia vera.

Personaggi, fatti e avvenimenti di un Italia violenta

«I re della rapina in un libro di Cristiano Armati.»
Il Messaggero

«Storie d’Italia e di banditi. Criminali dei nostri giorni.»
Metro

«La meglio gioventù dei rapinatori nostrani.»
CITY


Cristiano Armati
è nato nel 1974 a Roma, la città dove vive e dove scrive. Giornalista free lance, ha pubblicato diversi libri tra cui, per la Newton Compton, Roma criminale (scritto con Yari Selvetella) Italia criminale, e Cuori rossi. È autore inoltre del romanzo Rospi acidi e baci con la lingua e di Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno.

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