Repubblica

Repubblica

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Presentazione di Luciano De Crescenzo
Con un saggio di Francesco Adorno
A cura di Enrico V. Maltese
Traduzione di Giovanni Caccia
Edizione integrale

Il mito della caverna, l’uomo che si libera dalle catene del conformismo, oppure la metafora dell’auriga, del cavallo nero e del cavallo bianco, utilizzata per spiegare la tripartizione dell’anima; o ancora l’importanza del filosofo in una società perfetta o le prime riflessioni sull’eguaglianza tra gli uomini e sul comunismo? Repubblica è l’opera di Platone che più ha influenzato la politologia e il pensiero moderno, che più ha infiammato studiosi e statisti di ogni epoca. Una sorta di summa nella quale il filosofo, deluso dalla politica ateniese del tempo, si rifugia in un’analisi sullo Stato ideale e sui valori che muovono la società, sulle gerarchie che dovrebbero guidarla e sul rapporto tra le esigenze del singolo e il bene comune. Repubblica resta un’opera indispensabile per chiunque voglia conoscere le radici dei concetti di democrazia, oligarchia e tirannia e la genesi dello Stato come forma collettiva di organizzazione.

«Se per i futuri governanti troverai una condizione migliore del potere, la tua città potrà diventare ben governata, perché sarà l’unica in cui governeranno coloro che sono realmente ricchi, non di oro ma della ricchezza che deve possedere l’uomo felice, ossia di una vita onesta e saggia.»



Platone

è l’unico pensatore antico di cui siano rimaste tutte le opere integrali. Nacque ad Atene nel 427 a.C.; fu iniziato alla filosofia dall’eracliteo Cratilo, ma l’incontro con Socrate (408) rimane l’episodio più significativo per la sua maturazione intellettuale. Dopo la morte del maestro fu a Megara e poi in Italia meridionale. Tornò quindi ad Atene, fondando nel 387 l’Accademia, prima scuola filosofica dell’antichità. Morì nel 347 a.C. Di Platone la Newton Compton ha pubblicato Repubblica e il volume unico Tutte le opere.

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