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Due uomini, il narratore e lo Svedese, partono per un viaggio lungo le rive del Danubio in canoa e si ritrovano a dover trascorrere la notte su un isolotto nel bel mezzo di una palude. Con il calare delle tenebre, quel luogo apparentemente tranquillo si trasforma in qualcosa di terrificante e soprannaturale. I salici che popolano la palude sembrano bisbigliare e quasi prendere vita; la natura sembra diventare ostile per i due protagonisti che si troveranno a dubitare di tutto, anche della loro stessa razionalità, in un crescendo di tensione sempre maggiore. Pubblicato per la prima volta nel 1907, I salici è un caposaldo della letteratura weird, tanto da essere stato definito da Lovecraft “l’esempio più fulgido di racconto del sovrannaturale di tutta la letteratura inglese”.


Algernon Blackwood

È nato a Shooter’s Hill e ha studiato al Wellington College. Durante la sua vita ha svolto vari lavori e ha viaggiato molto tra Canada e Stati Uniti, per poi tornare poco più che trentenne in Inghilterra e dedicarsi alla scrittura, soprattutto legata al genere horror. La sua produzione annovera dieci raccolte di racconti brevi, quattordici romanzi e svariate opere teatrali, oltre al volume autobiografico Episodes Before Thirty (1923). Ha lasciato una traccia indelebile nel panorama della letteratura weird e del soprannaturale; è stato definito da Lovecraft come “L’unico assoluto e indiscusso maestro delle atmosfere inquietanti” ed è stato considerato da molti l’erede naturale di Edgar Allan Poe.

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